Si chiama T Coronae Borealis. È un sistema formato da due stelle che si trovano a tremila anni luce dalla Terra, strette in un abbraccio molto particolare. Un abbraccio che porta una delle due a generare una luminosissima esplosione termonucleare ogni 80 anni circa.

Le due protagoniste sono una gigante rossa – di massa simile al Sole, ma 71 volte più grande – e una nana bianca – un poco più massiccia, ma decisamente più compatta. Quest’ultima si trova a circa 80 milioni di chilometri di distanza dalla compagna, il che significa poco fuori la sua atmosfera. La vicinanza tra le due stelle è tale da far sì che l’elevatissimo campo gravitazionale della nana bianca sottragga parte della massa alla compagna sottoforma di gas. L’idrogeno “strappato” agli strati esterni della gigante rossa va a formare un disco di accrescimento attorno alla nana bianca, che diventa sempre più massiccia. Una volta raggiunta la massa critica le condizioni sono quelle giuste per innescare una violentissima esplosione termonucleare, capace di rende il sistema binario – normalmente individuabile come una singola stella con un buon telescopio – osservabile a occhio nudo per un paio di giorni.

Il fenomeno si ripete circa ogni 80 anni e la prossima esplosione sarebbe già in agenda entro il mese di settembre del 2024.

Gli indizi di un’imminente esplosione

T Coronae Borealis è la più luminosa delle 9 stelle variabili di questo tipo conosciute nella nostra galassia. La sua esplosione è già stata registrata nel 1866 e nel 1946, anche se recenti documenti fanno pensare che già nel 1787 il reverendo Francis Wollaston la vide, scrivendo poi di una nuova stella nella posizione di T Coronae Borealis. Addirittura – stando al professore emerito del Dipartimento di Fisica e Astronomia della Louisiana State University Bradley Schaefer – si ritiene che già nel 1217 Abbott Burchard di Upsberg assistette a una esplosione di T Coronae Borealis, visto che lasciò uno scritto in cui si parlava di una stella che “brillava di grande luce” nella costellazione della Corona Boreale, durante un fenomeno “in rapida ascesa” durato “molti giorni”.

Ora lo spettacolo starebbe per ripetersi sotto i nostri occhi. E, a far pensare che la prossima esplosione sia vicina, è l’insolita opacità della nana bianca, che ha iniziato a perdere luminosità a partire da maggio 2023. Questo almeno quanto rilevato da un team di astrofili affiliati al progetto Aavso, che hanno notato come la luminosità della nana si sia scostata dal suo normale ciclo luminoso. Lo stesso fenomeno era già stato osservato nel 1945, l’anno precedente l’ultima esplosione di T Coronae Borealis. Il calo di luminosità, spiegano gli scienziati, sarebbe dovuto al fatto che – in prossimità della massa critica – la stalla inizi a formare delle polveri, che vanno quindi a mascherare la luce in arrivo dall’astro.

Dove guardare?

Il fenomeno dovrebbe durare qualche giorno: per vederlo sarà quindi importante essere pronti da subito. Per questo sarà utile allenarsi nel trovare la regione di cielo dove si trova la costellazione della Corona boreale e famigliarizzare con le sue stelle, in modo da sapere dove guardare e essere in grado di riconoscere la differenza. T Coronae Boralis non è visibile a occhio nudo: si trova in ogni caso nelle vicinanze di Epsilon Coronae Borealis. Come detto, in caso di esplosione, passerà da stella di decima magnitudine a una stella di seconda.