Guardare nel passato si può: basta alzare gli occhi al cielo durante una notte limpida. La luce proveniente dai corpi celesti ha viaggiato per anni prima di colpire i nostri occhi, portando l’immagine degli oggetti non come sono oggi, ma come erano in un passato anche molto remoto. Questo dono della natura, tutt’altro che scontato, ci permette di osservare il cosmo non solo nello spazio, ma anche nel tempo, come se sfogliassimo l’album fotografico della sua evoluzione. Esiste, però, un “sipario”, un limite alla nostra possibilità di osservare direttamente il passato dell’universo: è il fondo cosmico di microonde, una radiazione che si è disaccoppiata dalla materia 380’000 anni dopo il Big Bang e che oggi ci porta l’immagine dell’universo antico, denso e caldo, quando non esistevano ancora né stelle né galassie. Osservare questa “prima luce” ci permette di usare gli occhi della mente per scoprire un passato ancora più remoto e fare ipotesi sull’evoluzione futura.

Nella conferenza parleremo dell’evoluzione dell’universo comprendendo come sia possibile studiarla grazie a questa prima luce. Ripercorreremo la storia delle osservazioni in questo campo gettando uno sguardo al presente e alle domande ancora aperte che gli scienziati stanno affrontando.

La conferenza si terrà presso la Biblioteca Cantonale di Lugano