L’essenziale in breve – 2022 (tl;dr)

Le Perseidi, anche dette stelle di San Lorenzo, sono probabilmente lo sciame più famoso di tutti. Genera un elevato numero di meteore che sfrecciano veloci in cielo e lasciano la loro traccia nell’atmosfera. Non di rado si possono anche vedere dei veri e propri bolidi, meteore più grandi e luminose. A facilitarne l’osservazione c’è poi il fatto che si presentano durante le calde estati di agosto, per cui non richiedono nulla di più di qualche indumento caldo, casomai si volesse stare alzati sino a tardi.

Detto questo, nel 2022 la loro osservazione sarà particolarmente disturbata dalla presenza in cielo della Luna, che sarà piena propri il giorno prima del picco massimo di meteore, previsto nella notte tra il 12 e il 13 agosto. Il consiglio è di provare comunque a osservare, magari anche nelle notti precedenti, quando la luna tramonterà un po’ prima.

Perseidi 2022
Date migliori per l’osservazione (Europa) La notte tra il 12 e il 13 agosto
Giorni della settimana In settimana
Notte tra venerdì e sabato
Ore migliori per l’osservazione (Europa) Nella seconda parte della notte, in generale nelle ore prima dell’alba
Fase lunareLuna piena
Meteori visibili all’ora90+ (in cieli bui)
Periodo14 luglio – 1 settembre
Alba6:20
Il radiante…… è circumpolare
Le Perseidi del 2013 Foto di Eric Gorski. Si tratta di una combinazione di 22 immagini da 1 minuto (Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 2.0)

Consigli per l’osservazione

Osservare una pioggia di meteore è semplice: non richiede né particolari mezzi ottici, né conoscenze particolari di astronomia. Tutto quello che bisogna fare è distendersi su una sdraio o su una coperta posta per terra e godersi lo spettacolo. Tuttavia anche in questo caso esistono alcuni piccoli accorgimenti che possono rendere più efficace l’osservazione:

Momento migliore per osservare il 13 agosto prima dell’alba

  1. Il momento migliore per osservare il fenomeno alle nostre latitudini sarà prima dell’alba il 13 agosto. Ovviamente va benissimo anche il classico 10 agosto la sera, anche se la probabilità di vedere molte meteore diminuisce. Il 13 prima dell’alba la costellazione di Perseo (e il radiante) sarà più alto in cielo.
  2. È preferibile comunque osservare dopo la mezzanotte, quando la rotazione terrestre ci permette di guardare in avanti, verso la “direzione di marcia” orbitale. Nelle ore dalla mezzanotte all’alba la superficie del pianeta su cui si trova l’osservatore è direttamente esposta allo sciame meteorico. Prima di mezzanotte le meteore che riescono a raggiungere ed incendiarsi nell’orbita terrestre sono poche. Inoltre con il passare del tempo, dopo mezzanotte il radiante sarà più alto in cielo e quindi sarà più facile individuare le stelle filanti che prima cadevano “dietro l’orizzonte”.

Luogo migliore per osservare

  1. Scegliete accuratamente il sito di osservazione: l’orizzonte deve essere il più sgombro possibile, soprattutto nella direzione Est-Nord-Est. In ogni caso nessun ostacolo (edificio, albero , ecc..) dovrebbe ostruivi troppa visuale.
  2. Osservate dal posto più buio che vi è dato di raggiungere. La presenza di luce artificiale attorno al luogo dell’osservazione riduce di molto le possibilità di scorgere le meteore più deboli. La luce in genere impedisce una buona dilatazione delle pupille, rendendo così più difficile all’occhio distinguere le tracce luminose più deboli. Da evitare assolutamente i centri urbani e le zone adiacenti a monumenti fortemente illuminati, come pure i punti di osservazione che vi obbligano a guardare in direzione di una qualsiasi fonte luminosa, per quanto piccola essa sia (ad esempio in direzione di una strada illuminata, o di un portico di casa).

Come osservare

  1. Più il radiante è altro nel cielo, maggiori saranno le probabilità di vedere un vero e proprio fuoco d’artificio celeste.
  2. Dopo aver individuato il radiante (che si trova nella parte alta della costellazione di Perseo, verso Cassiopea) spostate lo sguardo di circa 40° da quel punto, in qualunque direzione. In questo modo potrete sfruttare la sensibilità alla luce della parte esterna della retina. È spesso conveniente fissare lo Zenit, ovvero il punto più alto del cielo.
  3. Binocoli o i telescopi sono inutili: le meteore sono talmente fuggevoli che appena vorrete puntarne una essa sarà già sparita. Preferibile sarebbe l’impiego di una macchina fotografica con possibilità di posa prolungata.
  4. Per scorgere le luci più deboli l’occhio ha bisogno di abituarsi all’oscurità. Ciò richiede una ventina di minuti durante i quali vi consigliamo di non usare torce elettriche o fissare altre fonti di luce, altrimenti dovrete ricominciare da capo. Qualora non poteste farne a meno tenete presente che la luce rossa, a differenza di quella bianca, disturba meno l’occhio e ne restringe meno la pupilla. L’impiego di una torcia con filtro rosso è quindi caldamente consigliato.

Altri consigli utili

  1. Se avete intenzione di partecipare al conteggio delle meteore ed inviare le vostre osservazioni all’International Meteor Organization sarà indispensabile procurarsi un blocco note oppure un registratore. Esistono app per lo smartphone che possono fare al caso vostro.
  2. Le notti di novembre possono essere particolarmente fredde, specialmente nelle ore immediatamente precedenti al sorgere del Sole. Abbigliatevi con indumenti pesanti e portate bevande calde
  3. Si consiglia di procurarsi una sedia pieghevole o di sdraiarsi al suolo: l’osservazione sarà più facile.
Perché è più facile vedere le meteore di uno sciame dopo mezzanotte

Periodo di osservazione

Prevedere l’esatto momento in cui uno sciame meteorico raggiungerà il massimo e predire l’intensità della pioggia meteorica non è affatto un compito semplice. Gli astronomi sono alla costante ricerca di nuovi dati (a cui poterete contribuire anche voi) per cercare di stabilire modelli di previsione sempre più accurati. Ma anche in questo caso spesso le condizioni variano di anno in anno e il lavoro deve essere rivisto. Ciò non ha comunque impedito di far registrare negli ultimi anni un notevole incremento dell’accuratezza delle previsioni.

Dove guardare

Come si è già detto durante una pioggia meteorica le stelle cadenti sembrano tutte avere origine nel radiante. Per osservare questo fenomeno è quindi importante identificare questo particolare punto nel cielo. Il radiante delle Perseidi si trova – il nome non è stato scelto a caso – nella costellazione di Perseo: nella sua parte alta per essere precisi, in direzione di Cassiopea.

Per trovare Perseo (che è una costellazione circumpolare vista dalla Svizzera) il miglior sistema è quello di riferirsi a quelle già note (imparare le costellazioni è come andare in bicicletta: una volta viste non si scordano facilmente). Per aiutarvi ci riferiremo dunque ad una costellazione ben nota a tutti: l’Orsa Maggiore. Prolungando la diagonale del “pentolino”, e proseguendo in quella direzione per circa 60°, si può facilmente, e senza troppi sforzi, individuare la sagoma di Perseo.

Effemeridi lunari

Nel 2022 la luce lunare disturberà l’osservazione delle Perseidi. La Luna sarà piena il 12 agosto, ovvero la notte precedente il picco di massima attività. Ciò significa che la sua luminosità disturberà la visione dello sciame, soprattutto delle meteore meno brillanti. Ecco quando sorge, quando transita (punto più alto in cielo) e quando tramonta la luna durante le notti più interessanti per l’osservazione.

Notte tra…SorgeAl meridianoTramontaPorzione illuminata
8-9 agosto18:1022:1602:20(del 9)79%
9-10 agosto19:1823:2203:30 (del 10)94%
10-11 agosto 20:11 00:2804:51 (del 11)98%
11-12 agosto20:5201:3006:17 (del 12)100%
12-13 agosto21:2302:2707:42 (del 13)98%
13-14 agosto21:48 03:1909:03 (del 14)94%
14 -15 agosto22:09 04:0810:20 (del 15)88%
15 -16 agosto 22:29 04:5411:34 (del 16)96%

Per zone a più a nord la Luna sorgerà leggermente dopo e tramonterà all’incirca alla stessa ora (a Zurigo sorge circa 3 minuti dopo). Più a sud la tendenza è inversa.

Effemeridi solari

Le ore migliori per osservare la pioggia delle Perseidi sono quelle immediatamente precedenti l’alba. La tabella sarà utile per individuare sino a quando l’osservazione non sarà disturbata dalla luce del sole. I tempi – corrispondenti all’inizio del crepuscolo astronomico (quando il Sole si trova 18 ° sotto l’orizzonte), valgono per il Ticino e per le zone immediatamente adiacenti (ore espresse nel fuso orario svizzero). 

In pratica l’osservazione nel giorno prescelto è consigliata prima dell’orario “Alba” oppure dopo l’orario “Tramonto”.

GiornoAlba (fine crepuscolo astronomico)Tramonto (inizio crepuscolo astronomico)
9 agosto 5:0022:45
10 agosto 5:0122:42
11 agosto 5:0322:40
12 agosto 5:0522:37
13 agosto5:0622:36
14 agosto 5:0822:33
15 agosto 5:1122:30
16 agosto 5:1222:29

Contare le meteore

Una delle attività più semplici e di grande utilità scientifica che si possano intraprendere durante l’osservazione di uno sciame meteorico è il conteggio delle stelle cadenti. Per gli astronomi non è mai stato particolarmente semplice predire il comportamento di un tale fenomeno. L’osservazione empirica è dunque l’unico modo per poter ottenere dati su cui lavorare. Tuttavia la fugacità e, spesso, la poca luminosità delle meteoriti rende il compito particolarmente arduo. Inoltre, per poter essere ritenuti validi, i dati di un’osservazione devono collimare con altri. Vi è dunque la necessità di reclutare parecchi osservatori distribuiti il più possibile sulla superficie del globo (in modo da poter tenere traccia del fenomeno 24 ore su 24). Se dunque deciderete di contribuire al conteggio delle stelle state pure sicuri che nessuno vi sbatterà la porta in faccia.

Ecco come fare (informazioni supplementari e/o più dettagliate possono essere reperite nella sezione Visual Meteor Observations del sito internet IMO):

  • Anzitutto vi dovrete equipaggiare in modo adeguato: procuratevi un orologio e una torcia con filtro rosso. Per annotare le vostre osservazioni potrete sfruttare un semplice blocco per appunti oppure procuravi un dittafono. Il vantaggio di quest’ultimo strumento rispetto al primo è che non vi costringe a staccare gli occhi dalla volta stellata per annotare la vostra osservazione; di conseguenza non rischierete di mancare qualche altra fugace stella cadente.
  • Una volta sistemati e pronti (tenete sempre presente che l’occhio ha bisogno di circa 15-20 minuti per abituarsi all’oscurità) cominciate la vostra osservazione annotando l’ora (approssimata al minuto).
  • Siccome a dipendenza del luogo e della persona le condizioni di osservazione possono variare di parecchio, l’International Meteor Organization richiede, oltre ai dati sulle stelle cadenti, anche tutta un’altra serie di dati riguardanti le condizioni del cielo. Per questo vi verrà richiesto di prendere nota a scadenze regolari (possibilmente ogni ora) la magnitudine limite del cielo (ovvero sino a quale grado di luminosità potete sperare di individuare un corpo celeste. Questa misura – che permette di stabilire inquinamento luminoso, nitidezza del cielo e visione notturna dell’osservatore – è assolutamente indispensabile in fase di analisi per poter coordinare in modo corretto tutti i dati. Per ottenere misure credibili l’IMO e il North American Meteor Network forniscono tutta una serie di mappe, divise per aree di cielo, all’interno delle quali vi verrà chiesto di contare il numero di stelle visibili in una certa area. In base ad una tabella data e al numero di stelle visibili vi sarà così possibile risalire alla magnitudine limite del cielo (potrete trovare le carte celesti qui e la tabella di riferimento per il calcolo della magnitudine limite qui). Effettuare più misure e calcolarne in seguito la media è un buon modo per evitare errori.
  • Vi verrà inoltre chiesto di annotare il più precisamente possibile le condizioni del cielo (presenza e posizione di eventuali cumuli nuvolosi) e/o eventuali ostacoli che vi blocchino la visuale di parte delle volta stellata nel vostro campo visivo (in entrambe i casi è richiesta la percentuale). Annotate qualsiasi variazione nella copertura nuvolosa, e qualora questa superi il 20% prendetevi una pausa finché le condizioni non saranno migliorate. La stessa cosa vale qualora un oggetto vi ostruisca più del 20% della visuale e non possiate cambiare il punto di cielo che stavate osservando.
  • In una qualsiasi notte si può sperare di osservare una meteora. Durante il conteggio bisognerà quindi tenere in conto anche questo fatto. Capire se una meteora appartiene o meno ad uno sciame è semplice: quando scorgete una stella cadente seguite la sua traiettoria a ritroso. Se essa punta all’incirca verso la posizione del ridante essa appartiene allo sciame, altrimenti no. Annotate l’evento in entrambe i casi, preoccupandovi di distinguere le due situazioni (ad esempio “S” per indicare l’appartenenza allo sciame e “NS” per indicarne l’estraneità. A questo scopo potete usare anche le iniziali dello sciame che vi trovate ad osservare: per le Perseidi “P”, per le Leonidi “L” e via dicendo).
  • Se state usando un blocco note ricordatevi di annotare quanto tempo circa impiegate per appuntare un singolo evento meteorico.
  • Cercate di prendervi una pausa ogni ora: annotatene l’ora e il minuto di inizio e di fine.
  • Se decidete di continuare ad osservare il cielo ininterrottamente ricordatevi di separare i vostri dati con un’indicazione temporale almeno una volta ogni ora. Qualora il ritmo di apparizione delle meteore dovesse variare improvvisamente (sia aumentando che diminuendo) cercate di annotare l’ora il più frequentemente possibile.
  • Se state effettuando l’osservazione in gruppo assicuratevi di interagire il meno possibile con gli altri partecipanti. Posizionatevi in modo da non vedere quando qualcun altro annota qualcosa sul suo taccuino ed evitate di scambiarvi informazioni sulla magnitudine limite del cielo (misura che dipende anche da una forte componente soggettiva). Ogni partecipante dovrà condurre la propria osservazione separatamente da ogni altro membro del gruppo, nonché inoltrare un proprio rapporto personale. Così facendo si eviterà che un effetto ottico, scambiato per una meteora da un componente, possa venir erroneamente riportato anche dagli altri partecipanti.
  • Se proprio vi sentite in vena di strafare potrete anche cercare di stimare la magnitudine di ogni singola meteora. Per farlo vi basterà confrontare la brillantezza della stella candente con quella di alcuni oggetti di riferimento (di cui una parte è riportata nella tabella qui sotto). Per ottenere un paragone accurato dovrete immaginarvi una di queste stelle di riferimento che sfrecciano nel cielo non sommare la brillantezza dell’intera scia meteorica.
  • Tutti i riferimenti orari dovrebbero essere dati in tempo universale (UT). Se non siete sicuri della correttezza della vostra conversione riportate l’ora civile del vostro luogo di osservazione indicando anche la vostra zona di fuso orario.
  • Completate il vostro rapporto con le coordinate del sito di osservazione e con la parte di cielo che avete osservato per più tempo (qualora vi fossero altre informazioni rilevanti includete anche quelle).

La IMO prevede l’inoltro tramite un pratico form internet dei dati raccolti.

Tabella delle magnitudini di riferimento

Per comparare la luminosità di fenomeni celesti è utile avere una tabella di confronto. Ecco la luminosità apparente dei principali oggetti e delle principali stelle visibili nell’emisfero boreale.

MagnitudineOggetto
-13Luna piena
-10 Quarto di Luna
-4,5Venere (media)
-2,5Giove (Media)
-1,5Sirio
0Capella
0Arturo
0Vega
0,5Procione
1Aldebaran
1Polluce
1Spica
1,5Regolo
2Stella Polare
2beta UMi
2alfa UMa
2gamma Gem
2gamma Leo
2,5delta Leo
2,5gamma UMa
3gamma UMi
3epsilon Gem
3,5epsilon Tau
3,5beta Boote

Fotografare le meteore

Vi servirà un trepide molto stabile, una macchina fotografica che possa scattare foto con esposizioni di almeno 15 secondi e sensibilità tra gli 800 e i 3200 ISO.

Se possibile, utilizzate una macchina reflex o mirrorless full frame, in modo da diminuire il più possibile il rumore di fondo dovuto all’esposizione. Utilizzate un obiettivo da 50mm di focale, se possibile con diaframma da 1.4. Secondo una ricerca di Sky&Telescope del 1994 questa è la combinazione migliore per riuscire a catturare più meteore.

Da dove provengono le Perseidi

Le Perseidi sono una serie di sciami meteorici lasciati sul percorso dell’orbita terrestre dal passaggio della cometa Swift-Tuttle, che transita da queste parti ogni 133 anni. Molte delle particelle che compongono lo sciame sono state lasciate migliaia di anni fa. Tuttavia il filamento del 1865 è noto per generare un possibile picco il giorno prima del massimo dello sciame.

Le origini della credenza

Nei secoli passati, per lungo tempo, il massimo delle Perseidi coincideva con il 10 di agosto, data in cui la Chiesa cattolica ricorda San Lorenzo e il suo martirio. Secondo la tradizione, le stelle cadenti sarebbero testimonianza delle lacrime versate dal santo durante la sua agonie. Un’altra interpretazione spiega lo sfavillio di luci nel cielo con il ricordo delle braci delle graticola su cui fu ucciso il santo. La tradizione infatti narra che San Lorenzo sarebbe stato ucciso su una grata infuocata. Si tratta tuttavia di una credenza che non troverebbe conferme storiche, dal momento che le poche testimonianze che parlano dell’uccisione del Santo sembrano indicare la morte per decapitazione.

Cosa sono le stelle cadenti

Le stelle cadenti sono fenomeni naturali prodotti dall’ingresso nell’atmosfera terrestre di un corpuscolo solido detto meteoroide. Questo, con una velocità tipica di qualche decina di km/s, entrando nell’alta atmosfera si riscalda per attrito e si disintegra completamente in una polvere finissima. I meteoroidi che raggiungono il suolo si dicono meteoriti; essi sono molto rari e devono avere dimensioni tali da non bruciare completamente prima di toccare terra. La luce emessa dalla meteora è dovuta alla ricombinazione elettronica dell’aria che viene ionizzata dal corpo incandescente, secondo un meccanismo analogo a quello dei tubi al neon.

La reale origine dei meteoroidi è legata al Sistema Solare. In particolare, le comete, corpi freddi grandi una decina di chilometri, ad ogni passaggio vicino al sole, possono perdere una considerevole percentuale della propria massa sotto forma di particelle meteoriche andando incontro ad una sorta di “morte” per consumazione, che avviene tipicamente dopo qualche decina di passaggi vicino al sole. Lungo la loro orbita, allora, iniziano a disperdersi dei frammenti che continuano a orbitare attorno al Sole per millenni. Sono tali “sciami” di piccoli frammenti a produrre molte piogge meteoriche.

La combinazione del moto di rivoluzione terrestre attorno al sole e di quello proprio delle meteoriti (anch’esse orbitanti attorno al sole) fa sì che l’osservatore abbia l’impressione di vedere le scie delle stelle cadenti provenire da un preciso punto fra le stelle. Tale punto si chiama radiante. La costellazione in cui si trova tale radiante quando la terra attraversa lo sciame ne determina il nome. Quindi le “Leonidi” hanno il radiante nella costellazione del Leone, e le “Lacrime di San Lorenzo” del 12 e 13 agosto, che appaiono provenire dalla costellazione del Perseo, si chiamano Perseidi.

Per spiegare il perché tutte le stelle cadenti di uno sciame sembrano originare da un punto in cielo facciamo un esempio: poniamo di trovarci su una automobile che viaggia con velocità costante su di una strada. È inverno e, ad un tratto, inizia a nevicare intensamente. In assenza di vento i fiocchi scendono lentamente verso terra, ma il moto della nostra auto li fa sembrare avvicinarsi tutti da un solo punto in lontananza, coincidente con la direzione del vettore di moto della nostra auto..

Allo stesso modo quando il nostro pianeta (a bordo di cui stiamo percorrendo un’autostrada circolare) incontra una zona dove la polvere interplanetaria è più densa (la nevicata) e così l’attività sul parabrezza celeste aumenta repentinamente. Una volta fuori dalla zona dove “imperversa la bufera” l’attività ritorna normale.

Già nel 1868 erano noti più di cento sciami meteorici, anche se la maggior parte di questi erano poco spettacolari producendo un valore inferiore alle 10 meteore per ora.

Per vedere una stella cadente, comunque, non bisogna attendere uno di questi sciami: ogni notte se ne possono in media avvistare circa 10 all’ora. Posto di avere lo sguardo rivolto nel punto giusto.

Nella tabella sono riportati alcuni dati riguardanti i principali sciami meteorici, come la data del massimo, la durata media del fenomeno in giorni, lo ZHR (Zenithal Hourly Rate) cioè il numero di meteore per ora, rapportato a condizioni ottimali di osservazione nell’ipotesi che il radiante si trovi allo zenit (il punto più alto nel cielo), la velocità media delle meteore (km/sec) relativa alla terra ed il corpo celeste responsabile dello sciame.

NomeMassimoDurataZHRVelocitàOggetto associato
Quadrantidi3 gennaio13040  
Lyridi22 Aprile13048Cometa Tatcher
Acquaridi3 Maggio65066Cometa di Halley
Acquaridi sud28 Luglio82041 
Acquaridi nord12 Agosto81241 
Perseidi13 Agosto39060Cometa Swift-Tuttle
Orionidi22 Ottobre22066Cometa di Halley
Tauridi sud2 Novembre301029Cometa di Encke
Tauridi nord14 Novembre301030Cometa di Encke
Leonidi17 Novembre250072Cometa Tempel-Tuttle
Geminidi13 Dicembre37536Asteroide Fetonte
Ursidi22 Dicembre12034Cometa Tuttle