Storia
Osservazioni del cielo, notturno e diurno. Studi su pianeti, asteroidi, comete, stelle, nebulose e galassie. Passioni “celesti”, riunioni di comitato, assemblee, discussioni e progetti. È davvero difficile essere esaustivi nel ripercorrere, meglio nel riassumere i decenni di vita della Società Astronomica Ticinese.
Sembra passata un’eternità. Era il 1. febbraio 1961 quando una trentina di appassionati di astronomia si dava convegno nella sala superiore dell’Albergo Lugano in Piazza Dante a Lugano, per sancire ufficialmente la nascita della sezione ticinese della Società Astronomica Svizzera, con il nome di Società Astronomica Ticinese.
È un piacere ricordare qui agli astrofili ticinesi un precursore dell’astronomia nel Ticino, la maestra Margherita Lupi, di Bellinzona, scomparsa nel 1964, attiva divulgatrice nella scuola e fuori durante gli Anni Trenta e Quaranta. La maestra Lupi è anche autrice di un libretto popolare intitolato Poesia della Terra e del Cielo – Briciole di astronomia popolare, edito dall’Istituto Editoriale Ticinese nel 1932, rimasto forse l’unico libro di astronomia pubblicato nel nostro Cantone.
Già che siamo nel regno delle rimembranze, non ci è possibile dimenticare i nomi di chi, nel Ticino, oltre alla citata maestra Lupi, si occupava più o meno attivamente di astronomia, essendo iscritto come membro isolato della Società Svizzera. Nel 1953 figurano appena 12 persone: Alessandro Antonietti di Paradiso, Jochem Bauch di Minusio, Sergio Cortesi di Lugano, F. Donini di Lugano, Hans Herzig di Losone, E. Leuenberger di Agra, Bruno Manzoni di Lugano, E.W. Ochsner-Freisz di Breganzona, Karl Rapp di Locarno-Monti, Ernest Alienus Roth di Lugano, Hans Rutz di Lugano, A. Wening, di Minusio. Tra questi, sei figurano poi anche come aderenti alla costituenda sezione ticinese.
Delle 30 persone che sulle rive del Ceresio diedero vita alla SAT, solo una è ancora iscritte alla società. Si tratta di Sergio Cortesi, storico direttore della Specola Solare di Locarno Monti nonché per decenni direttore della rivista societaria Meridiana.
Per illustrare in maniera molto concisa la vita della nostra Società ci sembra utile riportare in un grafico l’evoluzione del numero dei suoi aderenti e degli abbonati a Meridiana.
Nel 2022 i soci erano 364 (48 dell’Associazione Le Pleiadi) e gli abbonati alla rivista 182. Dall’andamento delle varie spezzate del grafico, si possono notare alcuni dati significativi e dei periodi caratteristici di questo sviluppo. Il fenomeno più vistoso è l’impennata del numero complessivo degli interessati a partire dal 1975, in coincidenza con l’apparizione di Meridiana, l’organo informativo della SAT e dell’Associazione Specola Solare Ticinese (ASST). La curva corrispondente ai soci della SAT ha presentato una buona crescita dal 1970 (fondazione della sezione giovani del Bellinzonese) al 1983, per poi assestarsi attorno al valore di 120 e poi tornare a crescere. Andamento opposto invece per gli aderenti che ricevono anche la rivista della Società Svizzera Orion: dopo un buon aumento iniziale, il numero si è portato intorno a 55 negli Anni Sessanta, è calato fino a 30-35 negli Anni Settanta, per stabilizzarsi su questo valore negli ultimi dieci anni. Un’interpretazione di questa stasi è da cercare nel fatto che Orion è pubblicata quasi interamente in tedesco e contiene articoli più specializzati, adatti agli astrofili nel vero senso della parola e non ai semplici curiosi di cose del cielo com’è gran parte degli abbonati di Meridiana. Dal 2015 si nota una diminuzione di abbonati e soci, sino al 2020, quando le cifre tronano a salire grazie anche ad un nuovo vigore attorno a Meridiana, con la revisione grafica, la trasposizione dell’intera pubblicazione a colori e l’aumento del numero di pagine. La crescita avviene soprattutto grazie all’arrivo di nuovi soci, in leggera diminuzione invece i soli abbonati alla rivista, in parti diventati soci a pieno titolo.
Anche la percentuale dei partecipanti alle assemblee ordinarie in rapporto al numero dei soci (esclusi quindi i semplici abbonati) non ha subìto cambiamenti in questi 50 anni, rimanendo sempre su una media di circa il 20 per cento dai primi Anni Sessanta agli ultimi Anni Ottanta.
Le iniziative per la diffusione dell’astronomia da Chiasso ad Airolo non sono certo mancate durante i decenni. Ne ricordiamo alcune:
- l’Astrovia a Locarno, un percorso del sistema solare (Sole e pianeti sono riprodotti in scala uno a un miliardo) lungo gli argini della Maggia,
- la collaborazione nella costruzione del telescopio da 60 centimetri sulla vetta del Generoso, ora ormai trasferito nel canton Berna,
- l’osservatorio sul Monte Lema,
- il sostegno anche finanziario alla ristrutturazione dell’Istituto Ricerche Solari di Locarno,
- i corsi di astronomia teorica e pratica (tenuti oggi da Francesco Fumagalli e in passato anche da Sergio Cortesi, Marco Cagnotti, Rinaldo Roggero e Andrea Manna),
- le conferenze pubbliche,
- le sedute osservative alla Specola Solare di Locarno Monti,
- le gite (non molte invero) per visitare qualche vicino Osservatorio italiano, le conferenze divulgative,
- gli Star Party,
- le mostre fotografiche,
- gli eventi dell’Anno Internazionale dell’Astronomia, nel 2009.
Negli Anni Sessanta c’erano le prime imprese spaziali, nel decennio successivo vennero le prime foto ravvicinate di Giove e Saturno, le foto mozzafiato scattate dalle sonde Pioneer e Voyager, poi gli spettacolari risultati del Telescopio Spaziale a destare l’interesse per l’astronomia. Oggi, nell’era della globalizzazione e di Internet, ben poco ci può stupire. Eppure è sempre un’emozione unica, indescrivibile, ammirare dal proprio telescopio ad esempio la nebulosa della Lira, le bande di Giove, gli anelli di Saturno, una cometa oppure il cambiamento di luminosità di una stella variabile pulsante o a eclisse.
E allora forza! Tiriamo fuori questi telescopi e cerchiamo di portare sempre più gente nella Società Astronomica Ticinese. Grazie agli ultimi ritrovati tecnologici (pensiamo alle webcam e alle CCD), è possibile condurre numerosi studi scientifici collaborando con astronomi professionisti. Come dimostrano il nostro Stefano Sposetti, scopritore di numerosi nuovi asteroidi, o il Gruppo di Lavoro Stelle Variabili diretto da Andrea Manna.
Ma nell’astronomia c’è posto per tutti, anche e soprattutto per chi ama anche solo contemplare il firmamento e le sue meraviglie.